I DIFETTI DEI SOLVENTI ALOGENATI NON SONO SOLO DI ORDINE TOSSICOLOGICO O AMBIENTALE
Con solventi alogenati, si intende tutti i solventi clorurati, bromati o fluorurati. I più comuni sono il diclorometano (DCM), il percloroetilene (PCE), tricloroetilene (TCE) l’ n. bromopropano (nPB), gli idrofluorocarburi (HFC), gli idroclorofluorocarburi (HCFC).
Tutti hanno un grande difetto, la loro densità:
DCM 1330 kg/m3 TCE 1500 kg/m3 TCE 1620 kg/m3 nPB 1350 kg/m3 HCFC fino a 3660 kg/m3
Ma la densità degli inquinanti che dovrebbero sgrassare o pulire è molto più bassa, ad esempio gli oli minerali, oli lubrificanti da taglio o d’ingrassaggio hanno una densità media di 900 kg/m3.
I solventi alogenati hanno quindi una forte capacità naturale di rilasciare in superficie gli inquinanti che hanno dissolto, anche prima del loro tasso di saturazione.
Questo è il motivo principale per cui vengono utilizzate macchine sgrassanti in fase vapore; durante l’emersione dei pezzi sgrassati, c’è la rideposizione degli inquinanti che galleggiano e quind la necessità di rilavaggio (il termine usato può anche essere risciacquo), per ottenere infine pezzi puliti.
Alcuni utenti pensano che la fase vapore possa ridurre significativamente la perdita di solvente per evaporazione. Questo è vero durante l’orario di lavoro. In caso di arresto della macchina, soprattutto nei fine settimana, le perdite per evaporazione sono enormi, soprattutto perché il solvente è caldo.
Quando si utilizza un solvente a bassa densità, il fenomeno è esattamente l’opposto. Gli inquinanti decantano sul fondo del serbatoio o della macchina. Il solvente in superficie si satura molto più lentamente.
Nella nostra gamma prodotti, disponiamo di diversi tipi di solvente in grado di far fronte a questa problematica.