Una delle inevitabili problematiche dovute alle tecnologie di produzione che utilizziamo, gli oli minerali già ben conosciuti dagli addetti ai lavori sono entrati via via nel novero dei pericoli che richiedono l’attenzione delle istituzioni. Le fonti possibili di contaminazione sono molteplici: combustibili, gas di scarico, oli lubrificanti, agenti antipolvere, agenti di trattamento superficiale, materiali di imballaggio, inchiostri industriali. Una problematica complessa per le industrie alimentari e per i laboratori che non possono contare su un bagaglio di conoscenze condiviso a livello internazionale e su indicazioni di rischio e limiti di legge da rispettare precisi.
IL PROBLEMA
Si tratta di miscele di composti organici (catene di atomi di carbonio e idrogeno) derivati principalmente da petrolio greggio, ma anche sintetizzati da carbone, gas naturale e biomassa. Vengono utilizzati per le loro proprietà in moltissimi settori produttivi: la viscosità, la capacità di raffreddamento, il potere lubrificante e il potenziale come isolanti elettrici sono alcune delle proprietà che li hanno portati alla ribalta.
Sono costituiti da diverse tipologie di composti questi quelli più sotto i riflettori:
- MOSH (Mineral Oil Saturated Hydrocarbon): oli minerali a base di idrocarburi saturi , costituiti da catene alifatiche (lineari) o composti ciclici (ad anello).
- MOAH (Mineral Oil Aromatic Hydrocarbon): oli minerali a base di idrocarburi aromatici, principalmente costituiti da composti policiclici alchilati.
Collettivamente sono conosciuti come MOH (mineral oil hydrocarbons) cioè idrocarburi degli oli minerali.
E’ un problema noto da tempo, almeno dal 2009 quando un laboratorio svizzero identifico la presenza di questi oli minerali su del riso che era stato conservato in una confezione di cartone per 8 mesi.
Per quanto riguarda l’industria alimentare, la presenza di MOH nei prodotti alimentari può derivare da contaminazione ambientale, lubrificanti usati nelle macchine per la mietitura e produzione alimentare, coadiuvanti tecnologici, additivi alimentari e materiali a contatto con i prodotti alimentari (imballaggi sopratutto se riciclati e inchiostri).
Tra gli alimenti interessati da rischi sostanziali di contaminazione vi sono riso, farine di cereali, i cereali, i prodotti del cioccolato, le spezie, grassi ed oli e eventuali prodotti lavorati derivati da queste categorie.
Una caratteristica importante per il profilo di rischio è la volatilità dei composti più piccoli a minor peso molecolare. Questi possono migrare dall’imballaggio evaporando e ricondensandosi poi sul cibo contenuto e sembra che ciò possa avvenire anche in presenza di barriere di plastica. Fortunatamente questa possibilità si riduce moltissimo se non azzerarsi del tutto per quelli pesanti che hanno catene con più di 20 atomi di carbonio.
Tuttavia oltre alla migrazione da carta e cartone sono anche altre le possibili cause di contaminazione, tra le più importanti:
- utilizzo come agenti antiaderenti (prodotti da forno) o anti-polvere (cereali e mangimi);
- componenti di emulsioni usate per spargere i pesticidi sulle colture;
- utilizzo classico di sacchi in juta oleata per il trasporto di alcune materie prime (tipicamente cacao, caffè, soia noccioline e cerali);
- entrata nella catena alimentare umana tramite i pesci esposti a inquinamento dovuto a sversamento petrolifero;
- frodi alimentari (addizione a oli commestibili).
PROFILO DI RISCHIO
Il problema è dovuto alla difficile caratterizzazione del contaminante che, in quanto miscela di sostanze, può presentare componenti dalla tossicità quanto mai diversificata (dalla non rilevanza alla cancerogenicità) e spesso sconosciuti.
A differenza dei ben conosciuti PAH (o IPA in italiano, cioè idrocarburi policiclici aromatici) che sono classificati da tempo come cancerogeni, i MOH sono composti dalla tossicità differente e ancora oggetto di approfondimento. In particolare questa è associata alla loro viscosità (più viscosi significa meno pericolosi) e alla presenza di anelli aromatici (sopra i 3 anelli aromatici se ne suppone la cancerogenicità). Per questo gli olii minerali idrocarburici aromatici (MOAH) vengono usualmente considerati più critici rispetto agli olii minerali idrocarburici saturi (MOSH).
L’EFSA a partire dal 2012 ha effettuato un monitoraggio sulla presenza di MOH e sulla loro tossicologia, da questo ha ricavato un parere ufficiale (che trovate qui in inglese), concludendo che il potenziale impatto sulla salute derivante dai MOH varia sensibilmente. I MOAH possono agire da cancerogeni genotossici, mentre alcuni MOSH possono accumularsi nei tessuti umani e provocare effetti avversi sul fegato. Non furono notati però effetti acuti di alcun tipo.
Riporta la relazione che “dai dati disponibili, bassi livelli di MOH saturi erano presenti in tutti i gruppi di alimenti esaminati, mentre alti livelli sono stati trovati a volte in “pane e panini” e “cereali per il consumo umano” a causa del loro uso, rispettivamente, come agenti di distacco/antiaderenti e agenti spray usati per rendere lucidi i cereali. La presenza di MOH sia saturi sia aromatici (anche se per i secondi i dati sono più limitati) negli alimenti secchi, inclusi dessert a base di miscele tipo “budino” e pasta, può essere parzialmente attribuita all’uso di confezioni con carta e/o cartone riciclati. L’esposizione a MOH saturi attraverso l’alimentazione era più alta tra i consumatori più giovani rispetto ad adulti e anziani”.
Non bisogna dimenticare poi che a peggiorare eventualmente il profilo di rischio dei MOH è la possibile presenza nelle miscele anche di PAH (o IPA) cioè idrocarburi policiclici aromatici che come abbiamo detto sono riconosciuti cancerogeni.
PREVENZIONE
In considerazione del parere dell’EFSA la Commissione europea ha emesso la Raccomandazione (UE) 2017/84, del 16 gennaio 2017, sul monitoraggio degli idrocarburi di oli minerali nei prodotti alimentari e nei materiali e negli oggetti destinati a venire a contatto con prodotti alimentari.
Per quanto riguarda il comparto alimentare la fonte che probabilmente contribuisce maggiormente all’esposizione per l’uomo è probabilmente la migrazione dai materiali a contatto con i prodotti alimentari. Sotto la lente di ingrandimento si trovano perciò gli alimenti preconfezionati (soprattutto gli imballi in carta e cartone riciclati in relazione agli inchiostri utilizzati), la presenza di barriere di protezione del cibo nella confezione e le apparecchiature usate nei processi di lavorazione de conservazione. Si cerca di lavorare principalmente su quei parametri che sembrano acuire il problema come per esempio il tempo e le condizioni di conservazione.
L’attività di monitoraggio dovrebbe riguardare: grassi animali, pane e panini, prodotti da forno fini, cereali da colazione, prodotti di confetteria (compreso il cioccolato) e cacao, pesce, prodotti a base di pesce (pesce inscatolato), cereali destinati al consumo umano, gelati e dolci, semi oleosi, pasta, prodotti derivati dai cereali, legumi secchi, insaccati, frutta a guscio, oli vegetali, nonché i materiali a contatto con gli alimenti utilizzati per questi prodotti (MOCA).
In merito alla problematica gli stati membri (con il coivolgimento degli Operatori del Settore Alimentare) sono impegnati su quattro fronti:
- Monitoraggio dei prodotti indicati e dei materiali di confezionamento utilizzati
- Qualora siano rilevati MOH negli alimenti dovrebbero svolgere ulteriori indagini negli stabilimenti interessati per determinarne l’eventuale fonte o le eventuali fonti (metodi di produzione e lavorazione, analisi dei pericoli e punti critici di controllo — HACCP — oppure sistemi e misure simili attuati allo scopo di prevenire tale contaminazione).
- Qualora i MOH siano rilevati o abbiano origine nei materiali a contatto con gli alimenti dovrebbero raccogliere dati su tali materiali (tipo e composizione dell’imballaggio, presenza di barriere funzionali, durata di conservazione dell’alimento confezionato) e svolgere ulteriori indagini presso gli stabilimenti di produzione e lavorazione.
- Dovrebbero collaborare con gli enti europei preposti alla redazione di orientamenti quida generali secondo le proprie necessità legate allo sviluppo di competenze nell’analisi.
E’ importante per ridurre la contaminazione l’utilizzo di inchiostri, colle privi di MOAH nel settore della stampa (questa infatti è la fonte principale di contaminazione nei materiali da imballaggio riciclati). Assenza di MOAH inoltre è una caratteristica imprescindibile delgi oli minerali utilizzati nell’industria alimentare (food grade). Si può lavorare anche nel prevenire i processi di migrazione con sistemi barriera in specifici materiali che possano bloccare sulla parte interna degli imballaggi i composti più volatili prima che questi entrino in contatto con l’alimento.
I PRODOTTI GIUSTI PER LA MANUTENZIONE DELLE APPARECCHIATURE
Alcuni dei prodotti iBiotec che commercializziamo risultano privi di HC, MOSH/POSH, MOAH; di seguito l’elenco dei prodotti e il loro uso.
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- BIOCLEAN AL HP, DETERGENTE PULENTE NON CONCENTRATO, PRONTO USO. Stesse applicazioni della formula super-concentrata. PRODOTTO SENZA PITTOGRAMMA DI PERICOLO.
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- NEUTRALÈNE VG AL 1, SGRASSANTE VEGETALE. Componente di origine vegetale garantita senza antiparassitari e senza OGM. Altamente pulente e dissolvente. Elimina tutte le sostanze grasse, il bitume vegetale, i residui di calcinazione, gli inchiostri liquidi e grassi.